L’EVOLUZIONE DELLA SESSUALITÀ
Di sessualità si parla molto, è vero. Ma siamo certi di sapere di cosa si tratti veramente?
L’OMS la definisce come “benessere sessuale personale e di coppia che l’individuo sceglie di inserire nel proprio progetto esistenziale”.
Non solo genitalità, quindi, ma un insieme di comportamenti di relazione, di comunicazione e di amore: un importante elemento della nostra vita che contribuisce allo sviluppo della personalità.
Ma come si è evoluto il concetto di piacere femminile nel corso dei secoli? Ecco un breve, anzi, brevissimo excursus.
Nell’antica Grecia la sessualità veniva vissuta liberamente, come un’attività sana e naturale. Questo perché il piacere sessuale era considerato necessario all’equilibrio dell’individuo. Al contrario, l’assenza di attività sessuale suscitava preoccupazione.
Anche nel mondo romano, il piacere sessuale veniva considerato una cosa sana e naturale. Con il passare del tempo, però, la società ha confinato il sesso all’interno del matrimonio e a scopo riproduttivo. A salvaguardare il piacere sessuale femminile fu però la falsa teoria che l’orgasmo femminile fosse necessario alla procreazione: tutto sommato, quindi, una falsa credenza che si è rivelata utile!
Va detto che già i greci e romani sapevano dell’esistenza di un punto, di un particolare luogo del piacere femminile. Però, fu solo nel Rinascimento che uno scienziato veneziano – Matteo Realdo Colombo – scoprì un piccolo organo, una protuberanza che è oggi nota come “clitoride”, zona ricca di terminazioni nervose che induce l’amplesso femminile.
Durante l’Ottocento, il piacere diventò prerogativa maschile e l’importanza di quello femminile scomparve quasi del tutto.
Le mogli dovevano compiacere il marito e fare figli, mentre le donne non sposate venivano sottoposte a trattamenti medici per affrontare il desiderio non appagato: i cosiddetti “orgasmi clinici” avevano la funzione di “curare” le donne dall’isteria, o malattia dell’utero.
È nel XX secolo si assiste a un cambiamento decisivo della condizione femminile con la nuova consapevolezza di una sessualità che non è più solamente prerogativa maschile. Ad esempio, si comprende che all’interno di un matrimonio è necessario l’appagamento sessuale di entrambi i partner.
Questo significa che il vero passo in avanti, rispetto all’Ottocento, è stato il cambio della concezione della donna: non più solo moglie e madre asessuata ma creatura alla ricerca di una propria soddisfazione sessuale.
Ad esempio, l’introduzione del divorzio è stato un passo verso l’autonomia e la diffusione della pillola ha consentito alla donna di gestire la propria fertilità.
Quindi, nel mondo occidentale, la libertà sessuale si raggiunge gradatamente nel corso del XX secolo, un’epoca dove pare che sia le donne che gli uomini possano fare sessualmente tutto ciò che desiderano.
Nonostante ciò gli studi dimostrano una sessualità non soddisfacente. Perché?
La scienza ci conferma che il vero appagamento sessuale può passare solo attraverso un’integrazione tra piano fisico, emotivo e relazionale. Soprattutto, se parliamo di sessualità femminile.